Con il comunicato del 14 novembre 2024 la Corte Costituzionale[1], chiamata ad intervenire da alcune Regioni nel merito delle questioni di legittimità della legge 26 giugno 2024, n. 86[2], che introduce l’Autonomia differenziata, ha illustrato brevemente i contenuti della deliberazione.
La Consulta, pur riconoscendo che l’intera legge non è incostituzionale, ha valutato come incostituzionali specifiche e rilevanti parti della legge Calderoli.
Nello specifico ha rilevato ben sette profili di illegittimità da sanzionare, che qui si riassumono per sommi capi, rinviando al comunicato per la versione estesa: la possibilità di trasferire “in blocco” le materie o gli ambiti di materie dallo Stato alle Regioni; la limitazione del ruolo del Parlamento nella determinazione dei LEP con la delega in bianco al Governo; la possibilità di determinare l’aggiornamento dei LEP con un Dpcm; la procedura della legge di bilancio per il 2023 che demanda al Governo la determinazione dei LEP; la modifica con decreto interministeriale delle aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali; la facoltatività del concorso agli obiettivi di finanza pubblica; l’estensione della legge n. 86 del 2024 alle regioni a statuto speciale.
La Corte ha poi dato un’interpretazione costituzionalmente orientata per quanto riguarda: il ruolo del Parlamento, che deve essere centrale in tutta la procedura, l’impossibilità di trasferire funzioni che attengono i diritti civili e sociali e, per la parte economica, la necessità di tenere conto del quadro generale di finanza pubblica, del ciclo economico e degli obblighi europei.
La pronuncia della Consulta ha sanzionato molti dei rilievi che sono tra le motivazioni che hanno spinto la Federazione Gilda Unams, con altre associazioni, a mobilitarsi per la raccolta di ben 1.300.000 firme per l’indizione del referendum abrogativo dell’intera legge 86/2024.
Infatti, i giudici costituzionali hanno fortemente indebolito l’Autonomia differenziata come approvata dal Parlamento, ma anche con il poco rimasto la legge Calderoli può provocare molti danni al nostro Paese perché aumenta le disuguaglianze e divide la nazione in venti “staterelli”, minando alla radice il tessuto sociale e economico del nostro Stato. A titolo di esempio, per quanto riguarda la scuola la legge 86/2024 non potrà più trasferire tutta la materia dell’istruzione “in blocco” alle regioni, ma potrà consentire la nomina da parte delle Regioni dei dirigenti scolastici (come si fa con i dirigenti della sanità).
Per questo, essendo il referendum totalmente abrogativo dell’intera legge va sostenuto e difeso presso l’Ufficio centrale per il referendum della Cassazione e presso la stessa Consulta.
La Federazione Gilda Unams ritiene necessario, dopo aver raccolto 1.300.000 firme, che si dia alle elettrici e agli elettori la possibilità di esprimersi sull’abrogazione dell’intera legge 86/2024, che metta la parola fine a tutti i progetti di Autonomi differenziata.
Gianluigi Dotti
[1] https://www.cortecostituzionale.it/documenti/comunicatistampa/CC_CS_20241114180612.pdf
[2] https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/06/28/24G00104/SG
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