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GLI ESPERTI RISPONDONO

LEGGE DI BILANCIO, GILDA: COPERTA SEMPRE TROPPO CORTA PER LA SCUOLA

“Il disegno di legge di Bilancio conferma che, in tema di retribuzioni, i docenti vengono sempre trattati come figli di un dio minore. La previsione di un incremento di 400 milioni per il 2021 per il rinnovo dei contratti del Pubblico Impiego è del tutto insufficiente. Siamo ben lontani dalle promesse del Governo Conte 1 e dell’ex ministro Fioramonti che prefiguravano aumenti a tre cifre per il personale della scuola, il cui contratto è scaduto ormai da due anni. La scuola è sempre la Cenerentola dei rinnovi contrattuali, perché gli incrementi stipendiali vengono stabiliti in percentuale e la forbice con le retribuzioni degli altri pubblici dipendenti si allarga sempre di più”. Queste le parole con cui Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della FGU-Gilda degli Insegnanti, ha commentato le misure per il settore istruzione contenute nella Manovra approvata dal Governo e adesso all’esame del Parlamento.

Secondo il sindacato, sono condivisibili le decisioni assunte in tema di edilizia scolastica, l’assunzione dei docenti di sostegno, potenziamento del segmento 0-6 anni e il reclutamento di 1000 assistenti tecnici per le scuole del primo ciclo, ma restano troppe le omissioni e le insufficienze.

Tra i punti che incassano una netta bocciatura da parte della Gilda, quello riguardante la formazione: “Riteniamo inaccettabile la proposta di porre un obbligo di almeno 25 ore per tutti i docenti che si trovano impegnati in classi con alunni con disabilità. La formazione – afferma Di Meglio – è sicuramente importante, ma in questo modo rappresenta un’incursione sulle prerogative contrattuali ed anche sulle scelte professionali, una sorta di aggiornamento di Stato che non è ammissibile. La formazione deve essere riconosciuta adeguatamente a livello stipendiale nel contratto e non può essere imposta senza esonero dal servizio”.

Tante le lacune su cui la Gilda pone l’accento: manca un piano pluriennale di assunzioni per i prossimi anni, che saranno caratterizzati da un amplissimo turnover del personale docente, e manca una prospettiva di riordino del sistema concorsuale che preveda procedure più snelle e consenta alle commissioni l’esonero temporaneo dall’attività lavorativa per velocizzare e dare efficienza alle stesse procedure concorsuali. Nessun riferimento, inoltre, al necessario finanziamento in organico per consentire dal prossimo anno scolastico una significativa riduzione del numero di allievi per classe.

“Sarebbe stato decisamente più proficuo un confronto con le organizzazioni sindacali prima della stesura del disegno di legge che adesso ci auguriamo sia modificato e migliorato in sede di discussione parlamentare. La politica presti ascolto alle ragioni dei docenti, la loro motivazione è fondamentale. Senza la centralità del rapporto docente-discente, che è il cuore di qualsiasi sistema di istruzione, restano solo aule, banchi e computer”, conclude Di Meglio.

Ester Trevisan

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