Di fronte alla Commissione Affari Sociali della Camera il ministro della Salute ha rilanciato le linee di indirizzo del piano basato su cinque assi: “Vorrei che la parola chiave, la parola madre, del piano di investimenti sul Recovery Fund, fosse la parola `prossimità´, cioè ricominciare a pensare un Servizio Sanitario Nazionale prossimo, vicino, nell’immediatezza delle esigenze del cittadino”. Poi sulla ricerca: “Dobbiamo porci l’obiettivo di attrarre una parte degli investimenti che a livello mondiale si faranno. Le cifre sono imponenti”.
10 SET – “Sulla sanità serve un cambio di paradigma, va considerata non più un costo ma un investimento. Ogni euro speso in meno per salute negli anni passati ha creato un risparmio solo apparente che si è trasformato in più spesa sanitaria, migrazioni per le cure e minore coesione sociale. Siamo di fronte a una svolta di carattere culturale: la tutela della salute non come spesa corrente ma come investimento per il bene dell’individuo e per il futuro della comunità. La salute determina la qualità della vita, la sua dimensione sociale, ed è la precondizione per qualsiasi attività”.
Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, illustrando in commissione Affari Sociali alla Camera le linee guida del Recovery Fund.
Tra gli investimenti previsti dal Recovery Fund per la sanità dovrà esserci “il potenziamento dei servizi di prevenzione, perché la prevenzione è la medicina più efficace”. Allo stesso modo, come già richiamato ieri, il ministro è tornato ad auspicare il “il ripristino di una relazione organica tra la scuola e il Servizio sanitario nazionale”.
Quanto alla tempistica, “inizio di gennaio” è il termine finale di presentazione del Piano organico per il Recovery Fund alla commissione europea, mentre il 15 ottobre “dovremmo presentare le prime linee guida”. Speranza si è in tal senso augurato una “più possibile e larga condivisione parlamentare su un tema decisivo per il Paese come è quello della salute”.
Sulle priorità da individuare per l’utilizzo del Recovery Fund Speranza sembra avere le idee chiare: “C’è profondamente bisogno di una coraggiosa riforma del Sistema sanitario nazionale. Abbiamo servizi di assistenza variegati tra le Regioni, con differenze non solo tra Regioni, tra Nord e Sud, ma anche dentro le stesse Regioni. Il Paese è anche in ritardo nella digitalizzazione del Ssn”.
“Quello che serve non è un piano di emergenza ma un progetto per il prossimo decennio. Abbiamo una grande opportunità di tenere insieme riforme e investimenti. Siamo di fronte a un inedito: abbiamo la possibilità di riformare il Sistema sanitario nazionale in una stagione espansiva”, ha spiegato.
Entrando più nel dettaglio Speranza ha poi spiegato come il Piano si baserà su cinque assi: “Il primo asse del nostro Piano è `territorio e sanità di prossimità´, il secondo è `ospedali in rete´, il terzo `salute e ambiente´. Poi ci sono gli assi trasversali: `conoscenza per la salute´ e `innovazione digitale per il Ssn´. Vorrei che la parola chiave, la parola madre, del piano di investimenti sul Recovery Fund, fosse la parola `prossimità´, cioè ricominciare a pensare un Servizio Sanitario Nazionale prossimo, vicino, nell’immediatezza delle esigenze del cittadino”.
“Ieri – ha ricordato il ministro – si è riunito il Comitato Interministeriale per gli Affari europei e sono state approvate le macrolinee guida sui cui si innesterà il lavoro di scrittura delle proposte. Con piacere sottolineo che tra le sette mission, i sette cluster individuati, ve ne è uno intitolato semplicemente Salute. Credo sia un segnale importante che indica l’intenzione del governo di investire sulla salute. Si tratta ora di riempire di contenuti questa indicazione di progetto. Il Covid ha rappresentato un dramma ma ci offre lo spunto per investire in una profonda e necessaria riforma del Servizio sanitario”.
“Noi dobbiamo porci l’obiettivo di attrarre una parte degli investimenti che a livello mondiale si faranno. Le cifre sono imponenti, a noi risulta che nei prossimi cinque anni ci sarà qualcosa intorno ai 1000 miliardi di investimenti privati delle aziende farmaceutiche sulla ricerca e sullo sviluppo. Credo che un Paese come il nostro, per le potenzialità che ha, deve porsi il tema di essere attrattivo. E questo lo possiamo fare con una serie di strumenti che stiamo provando ad individuare. La mia opinione – ha concluso Speranza – è che dovremmo ragionare per sostenere la filiera industriale legata alla sanità”.
G.R.
FONTE: QUOTIDIANO SANITA’ (lINK: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=87827)
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