
Il Ministro Valditara insiste. Dopo le parole a Il Messaggero, anche su La Stampa punta alle modifiche sull’esame di maturità. A poche settimane dall’inizio degli esami, il titolare del dicastero di Viale Trastevere annuncia la volontà di ripristinare il concetto di esame di maturità, abbandonando la denominazione “esame di Stato” considerata “troppo fredda” per una scuola che deve puntare alla “valorizzazione integrale della persona”.
Una riforma che guarda alla formazione della persona
La visione di Valditara, nel corso del colloquio con il quotidiano di Torino, va oltre la semplice verifica delle competenze disciplinari. Il ministro sottolinea come l’attuale formula non rispecchi una scuola che deve affiancare istruzione ed educazione, valutando non solo “quanto si è appreso” ma anche “quanto il percorso scolastico ha inciso sulla maturazione complessiva dello studente“.
L’obiettivo è rendere l’esame più coerente con un sistema educativo che sappia rimettere al centro un concetto che, secondo il ministro, è stato “dimenticato dai giovani che sempre più spesso vogliono rimanere adolescenti e dagli adulti che in molti casi sembrano voler tornare all’adolescenza”: quello della maturità.
Verso un nuovo modello di valutazione
La proposta ministeriale punta a trasformare radicalmente l’approccio valutativo, guardando alla “formazione integrale ed armonica della persona“ e alla sua “capacità di affrontare le sfide future della vita con responsabilità e autonomia”.
Valditara immagina un esame che vada “qualcosa in più rispetto alla semplice verifica degli apprendimenti sulle discipline dell’ultimo anno”, differenziandosi significativamente dagli scrutini di ammissione per assumere una dimensione più ampia e formativa. La riforma, che potrebbe essere implementata dal prossimo anno scolastico, rappresenterebbe un cambio di paradigma nel sistema di valutazione finale degli studenti.
Come sarà l’Esame nel 2025
Saranno 524.415 gli studenti che il prossimo giugno affronteranno quello che potrebbe essere l’ultimo “esame di Stato” nella sua forma attuale. Mentre il Ministro Giuseppe Valditara annuncia la volontà di ripristinare il concetto di maturità, i numeri dell’edizione 2025 confermano la portata di una prova che coinvolge l’intero sistema scolastico nazionale. Dei candidati totali, 511.349 sono interni e 13.066 esterni, distribuiti su 13.900 commissioni per un totale di 27.698 classi.
I numeri di una generazione in esame
La ripartizione per tipologia di percorso fotografa le scelte formative degli studenti italiani: i licei guidano con 268.577 candidati, seguiti dagli istituti tecnici con 169.682 studenti e dagli istituti professionali con 86.156. Le commissioni d’esame mantengono la struttura consolidata con un presidente esterno e sei membri, tre esterni e tre interni all’istituzione scolastica. Il calendario resta invariato: si parte mercoledì 18 giugno alle 8.30 con la prima prova di italiano, comune a tutti gli indirizzi, per proseguire il 19 giugno con la seconda prova sulle discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio.
Verso una nuova concezione dell’esame finale
Il colloquio orale rappresenta già oggi l’elemento più vicino alla visione di Valditara, avendo l’obiettivo di “accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato”. Proprio tale fase potrebbe essere il fulcro della riforma annunciata dal ministro, che punta a valutare non solo gli apprendimenti disciplinari ma la “maturazione complessiva dello studente” e la sua “capacità di affrontare le sfide future della vita con responsabilità e autonomia”.
Di