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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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31 Marzo 2025

GLI ESPERTI RISPONDONO

Ricoveri ospedalieri. Nel 2023 sono stati 7,7 mln (+4,3%) ma il loro livello è ancora sotto quello pre-pandemico. Circa 700 mila quelli fuori dalla regione di appartenenza. Il nuovo Rapporto Sdo del Ministero della Salute

Pubblicato dal Ministero della Salute il report integrale (a dicembre era stato divulgato uno short report).Migliora lievemente l’appropriatezza mentre quasi un ricovero ordinario su 10 è fuori dalla Regione di appartenenza. La degenza media è stata pari a 7,1 giorni. IL RAPPORTO SDO 2023

 

Nell’anno 2023 si conferma il trend di incremento dei ricoveri post-pandemia, pur senza raggiungere ancora i livelli registrati nell’anno 2019. Il totale delle dimissioni registrate nel 2023 è stato pari a 7,7 milioni, con un incremento del +4,3% rispetto all’anno 2022. È quanto emerge dal Rapporto Sdo 2023 pubblicato oggi nella sua versione integrale dal Ministero della Salute.

Analizzando l’intero quinquennio 2019-2023 si nota, dopo la sensibile contrazione registrata nel 2020, un costante incremento e una differenza del -6,4% rispetto all’anno 2019. Il numero di giornate di degenza erogate nel 2023 è stato pari a 53,956 milioni, con un incremento rispetto al 2022 del +2,9%. Il 95% dei ricoveri avvengono nelle discipline per acuti, con il 73% che si svolge in modalità ordinaria ed il 22% in modalità diurna.

La composizione si mantiene stabile negli anni, con l’eccezione dell’anno 2020 nel quale sono risultati maggiori in termini percentuali i ricoveri in modalità ordinaria e per acuti, rispetto alla modalità in day hospital. In notevole aumento rispetto all’anno precedente risulta l’attività svolta in riabilitazione, sia in regime ordinario, con un volume di 289 mila dimissioni e di 7,6 milioni di giornate di degenza, rispettivamente superiori del 10% e dell’11% ai valori del 2022, sia in day hospital, con dimissioni e accessi incrementati rispettivamente dell’8% e del 9%.

Per la lungodegenza, l’incremento delle dimissioni è stato pari al 5% rispetto all’anno 2022. Analizzando l’assistenza ospedaliera erogata negli ultimi 25 anni si osserva, oltre alla contrazione significativa del numero dei ricoveri, la modifica della tipologia di casistica trattata nelle strutture ospedaliere.

I ricoveri ordinari con DRG medico erano circa 6,5 milioni nel 1998, mentre nel 2023 sono stati meno della metà (meno di 3 milioni), come anche i ricoveri diurni con DRG medico, che sono passati da circa 1,8 milioni nel 1998, a poco più di 700 mila nel 2023. Si è osservato invece un incremento dei ricoveri diurni con DRG chirurgici, che nel 1998 erano pari a 674 mila e nel 2023 si sono avvicinati ad 1 milione. Il tasso di ospedalizzazione complessivo nell’ultimo decennio è passato da 148,9 per 1.000 abitanti nel 2013 a 123,9 nel 2019, per ridursi a 99,0 nel 2020 e risalire a 117,5 per 1.000 abitanti nel 2023. La degenza media nell’anno 2023 è stata pari a 7,1 giorni, in diminuzione rispetto all’anno 2020, quando raggiungeva i 7,5 giorni. Il peso medio, rimasto sostanzialmente stabile negli ultimi anni, è pari a 1,31.

Nel confronto regionale i valori più alti della degenza media standardizzata per case mix si in Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Sardegna, i valori più bassi in Toscana e nella P.A. Bolzano.

La degenza media preoperatoria, indicatore di efficienza organizzativa delle strutture sanitarie, rimane stabile nell’anno 2023 (1,6 giorni), con rilevanti differenze a livello regionale, in diminuzione costante rispetto all’anno 2020 quando è stata pari a 1,76.

Gli indicatori di appropriatezza organizzativa evidenziano un sostanziale miglioramento rispetto all’anno 2022; si osserva una riduzione del 4% sia delle dimissioni da reparti chirurgici con DRG medico, sia dei ricoveri diurni di tipo diagnostico con DRG medico, e una riduzione dell’11% dei ricoveri con degenza oltre soglia con DRG medico in pazienti con età di 65 anni e oltre. Per tali indicatori si osserva una discreta variabilità regionale.

In lieve, ma costante, miglioramento risulta la propensione all’osservanza di indicazioni di appropriatezza clinica in merito al ricorso al taglio cesareo, praticato in circa il 32% dei parti registrati nel 2023: pur se ancora lontani dagli standard proposti a livello internazionale, i dati del 2023 confermano il trend positivo degli anni precedenti, in stabile riduzione dal 2018 (-3%). L’utilizzo di tecniche laparoscopiche per gli interventi di colecistectomia si conferma come scelta consolidata nella pratica chirurgica in tutte le Regioni, con proporzioni molto alte rispetto al totale degli interventi di colecistectomia e un andamento incrementale costante negli anni.

Una discreta variabilità tra Regioni si osserva invece nelle ospedalizzazioni per appendicectomia e isterectomia, nonostante la sostanziale univocità delle indicazioni di appropriatezza clinica per i due interventi.

Per quanto riguarda la modalità di dimissione, l’84% dei ricoverati (acuti in modalità ordinaria) è dimesso a domicilio, e la percentuale risulta sostanzialmente stabile negli ultimi 5 anni. Si evidenzia il dato relativo alla modalità di dimissione “deceduto” che nell’anno 2020 è stata pari a 4,9% mentre nel 2023 è tornata al 3,7%, come precedentemente al periodo pandemico. Risulta in incremento la percentuale di dimessi trasferiti in istituto di riabilitazione, che nel 2019 era pari a 2,3% e nel 2023 è pari al 2,7%.

Per quanto riguarda la mobilità, dopo la flessione generalizzata rilevata nel 2020 per effetto della pandemia e i primi segnali di ripresa osservati nel 2021, nel 2022 aumenta la percentuale dei ricoveri in mobilità per ciascun tipo di attività e regime di ricovero (tranne acuti day hospital). Nel 2023 il valore rimane sostanzialmente stabile, pari all’8,5% nei ricoveri per acuti in regime ordinario. In totale (regime ordinario, diurno, lungodegenza, riabilitazione) i ricoveri fuori regione sono stati circa 700 mila

Per l’anno 2023 la remunerazione teorica complessiva si attesta a 28 miliardi di euro (erano 27 nel 2022, 24,2 nel 2020 e 28,4 nel 2019), prevalentemente da ascriversi ai ricoveri per acuti in regime ordinario (€ 23,7 mld., 84% del totale).

FONTE: QUOTIDIANO SANITA’
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