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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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25 marzo 2024

GLI ESPERTI RISPONDONO

La scuola che vogliamo. Il decalogo della Gilda degli Insegnanti per una scuola migliore ed efficiente

In attesa che il nuovo governo prenda forma, la Gilda ribadisce le proprie priorità con un decalogo che declina l’idea di scuola che l’associazione porta ormai avanti da anni.

L’istituzione di un contratto specifico che sia in grado di cogliere le peculiarità della professione e la natura intellettuale e non impiegatizia.

L’istituzione di un Consiglio Superiore della Docenza che garantisca l’esplicazione della libertà di insegnamento, prevista dalla Costituzione.

L’introduzione del Presidente elettivo del Collegio dei docenti del quale vanno rafforzate le prerogative, nel campo della didattica.

La revisione del sistema dell’autonomia delle scuole introdotto con la legge n. 59 del 1997, in una visione non aziendalistica delle Istituzioni scolastiche. La revisione degli organi collegiali riveste una particolare urgenza, con una chiara divisione tra le competenze sulla didattica e quelle amministrative. La contrattazione di secondo livello dovrà svolgersi per ambiti distrettuali o reti di scuole, superando l’attuale livello di singola istituzione scolastica.

L’introduzione di un organico di istituto funzionale, stabile, di durata pari al corso di studi, che garantisca la stabilità del corpo docente e la necessaria continuità didattica.

La generalizzazione della Scuola dell’Infanzia Statale sul territorio nazionale, essendo intollerabile che una gran parte del Paese sia oggi costretta ad avvalersi della sola scuola privata in questa fascia di età.

La stabilizzazione di tutto il personale con almeno tre anni di servizio per la risoluzione dell’annoso problema del precariato e contemporaneo avvio di un sistema di reclutamento serio, efficiente e definitivo.

Riconoscimento dell’anzianità di servizio quale elemento fondamentale della carriera dei docenti, in analogia a quanto avviene negli altri Paesi europei, valutazione, attraverso un sistema di garanzie, degli eventuali demeriti. Abrogazione delle norme che prevedono forme di aggiornamento obbligatorio, in contrasto con la libertà di insegnamento, ed effettiva retribuzione delle attività di aggiornamento professionale.

Considerazione delle peculiarità della funzione docente, in relazione alla riforma pensionistica, prevedendo, al raggiungimento di un’elevata anzianità di servizio, una riduzione dell’orario di insegnamento o forme di part time e pensione negli ultimi cinque anni di servizio.

Fondamento di ogni richiesta precedente: incremento dei finanziamenti per l’Istruzione, essenziali per lo sviluppo futuro del Paese, come previsto dalle direttive europee, in termini reali rapportati al PIL, garantendo innanzi tutto una retribuzione dignitosa ai docenti italiani.

 

Cesario Oliva

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