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25 marzo 2024

GLI ESPERTI RISPONDONO

Manovra e sanità: dalle opposizioni molte modifiche rivolte agli infermieri

La maggioranza non tiene sul diktat ‘zero emendamenti’, mentre le minoranze subissano il testo di richieste di correzione. Diversi gli interventi sull’indennità di specificità e la libera professione

Mentre la maggioranza fa registrare qualche mal di pancia e alcuni incidenti di percorso nel tentativo di scudare la legge di Bilancio con zero emendamenti, le opposizioni bombardano il testo di richieste di modifica, superando complessivamente quota 2.500 proposte. Naturalmente, nei fascicoli che Nursind Sanità ha visionato sono moltissimi gli interventi che riguardano la sanità. Andando per ordine, i primi investono l’articolo 10 della manovra, quello dedicato ai contratti pubblici per il triennio 2022-2024. Alleanza Verdi-Sinistra cerca di adeguare le risorse all’inflazione con 2 miliardi di euro in più coperti attraverso il taglio ai Sussidi ambientalmente dannosi. E prova a confermare l’indennità di specificità infermieristica estendendola alle ostetriche, con un costo di 10 milioni di euro l’anno. Un emendamento molto simile arriva pure dal senatore Pd Nicola Irto.

Italia dei Valori, con Daniela Sbrollini e Raffaella Paita puntano a stanziare altri 350 milioni a decorrere dal 2024, per incrementare la stessa indennità di specificità infermieristica. Il Movimento Cinque Stelle, invece, cerca di impegnare 1,3 miliardi l’anno, da recuperare con la lotta all’evasione fiscale, per quadruplicare le indennità di infermieri, ostetriche, professioni tecnico-sanitarie, assistenti sociali e operatori socio-sanitari. Emendamento identico ancora dai dem e Avs. Pure il Cinquestelle si dà naturalmente l’obiettivo di estendere l’attuale indennità alle ostetriche.

Sempre il M5s, intervenendo sull’articolo 11, chiede di portare la spesa sanitaria almeno al 7% del Pil per il prossimo triennio. Mentre il Pd fissa l’asticella al 7,5% da raggiungere gradualmente. I pentastellati tentano anche una modifica che interviene sul terreno fiscale delle spese sanitarie beneficiate dalla detrazione d’imposta, ipotizzando un rimborso trimestrale in luogo di quello annuale tramite la dichiarazione dei redditi. Il Partito democratico, invece, con Filippo Sensi e Daniele Manca, si concentra sulla salute mentale nelle scuole e propone di istituire dei servizi di psicologia ad hoc, che riguardino studenti, insegnanti e anche genitori. La misura ha un costo di 100 milioni per il biennio 2024-2025.

Il Cinquestelle, con in testa la senatrice Barbara Guidolin, ritira fuori il vecchio tema della gravosità delle professioni sanitarie, a partire dagli infermieri, e cerca finalmente un riconoscimento in tal senso che riguarderebbe anche gli operatori socio-sanitari impegnati nei servizi ospedalieri, nelle Rsa, negli hospice e nelle strutture riabilitative o assistenziali. Naturalmente da ciò consegue la possibilità di richiedere l’accesso anticipato alla pensione per coloro che abbiano maturato i requisiti dal primo luglio 2020.

Sono molti gli emendamenti dell’opposizione che provano ad alzare il finanziamento del Ssn, ma i pentastellati, con la prima firma del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli, si occupano anche di tracciabilità della spesa sanitaria da garantire attraverso un elenco di criteri che vanno dal monitoraggio degli affidamenti diretti in deroga al Codice dei contratti all’informatizzazione dei pagamenti e degli incassi tra le strutture sanitarie e i fornitori, senza dimenticare la possibilità di controllo da parte dei cittadini e persino la contabilità separata dell’attività libero-professionale intramuraria, con la facoltà di rilevare tutti i costi imputabili all’attività medesima che ricadono sulla struttura sanitaria.

Ancora il M5s punta sulla digitalizzazione del Ssn, la dematerializzazione della ricetta medica, della cartella clinica e del percorso di cura, sfruttando le potenzialità del fascicolo sanitario elettronico, della telemedicina e degli strumenti di medicina digitale. Gli stellati cercano anche di rafforzare il fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico, stanziando 30 milioni ulteriori per il prossimo biennio. Ma prevedono pure che neuropsichiatri infantili e pediatri di libera scelta collaborino per una diagnosi precoce e tempestiva tra i 18 e i 36 mesi di vita del bambino, anche con test diagnostici negli asili e nelle scuole materne. In modo da poter poi migliorare l’efficacia degli interventi e le condizioni di vita dei soggetti con autismo. L’emendamento prevede inoltre una detrazione del 50% sulle spese a carico della famiglia, da spalmare in cinque anni. Il Pd punta dal canto suo a rafforzare il Fondo per l’Alzheimer e le demenze con 5 milioni di euro stanziati per il 2024.

I senatori pentastellati vogliono anche rivedere l’appropriatezza delle prestazioni, eliminando quelle obsolete. E prevedono alcune rimodulazioni economiche in differenti proposte per l’aggiornamento dei Lea. Sempre dal M5s arriva l’idea di 200 milioni in più l’anno per riconoscere un’indennità pure agli operatori socio sanitari e 500 milioni in più per lo smaltimento accelerato delle liste d’attesa su prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero. Un’altra idea del Movimento è stanziare 200 milioni nel 2024 per rafforzare il Piano nazionale delle cronicità. Una modifica cinquestelle punta persino a incrementare il Fondo sanitario di 34 milioni l’anno per l’indennità di specificità della dirigenza non medica degli enti sanitari, indennità peraltro beneficiata poi da una flat tax al 15%. E altri emendamenti mettono risorse per il 2024 sul Fondo per l’assistenza dei bambini oncologici, su un programma di prevenzione dell’infertilità femminile e maschile o per l’istituzione del Registro nazionale dell’endometriosi.

Non manca l’ipotesi stellata di stanziare 300 milioni per incrementare l’indennità di specificità dei medici, veterinari e dirigenza sanitaria in genere. Tema di cui si occupano anche Avs e Pd. Ancora il M5s, con la senatrice Guidolin capofila, chiede di aumentare l’indennità di specificità infermieristica con 670 milioni di euro per il 2024 e 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, da recuperare, come al solito, attraverso la salvifica lotta all’evasione. E la stessa esponente M5s punta con 400 milioni di euro all’istituzione del plus orario per la carenza del personale infermieristico. Ma gli stellati badano al tempo stesso all’indennità di tutela del malato, con un emendamento che incrementa a 150 milioni le risorse stanziate per l’anno prossimo. Stessa cifra viene riservata a una apposita indennità di natura accessoria, correlata al rischio ambientale e biologico, destinata al personale del 118. Un altro emendamento M5s prevede l’istituzione del Fondo nazionale dispositivi medici impiantabili, con una dotazione di 60 milioni di euro. La medesima cifra, per ciascuno degli anni del triennio 2024-2026, viene allocata sempre dai senatori stellati in favore di un ulteriore incremento del 30% della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive erogate dal personale sanitario che opera in zone territoriali disagiate.

Altri stanziamenti di natura simile, a valere sugli aumenti a beneficio del Fondo sanitario nazionale, vengono destinati dal M5s, in differenti emendamenti, a indennità per il personale medico e sanitario dei centri trapianti, all’acquisto di dispositivi medici innovativi per esigenze non soddisfatte, a prestazioni per le persone affette da malattie rare o alla gratuità delle erogazioni urgenti per i pazienti con patologie croniche e invalidanti. I senatori del Pd, invece, appostano 1 miliardo in più dal 2025 per concorsi straordinari, da tenersi già l’anno prossimo, allo scopo di reclutare personale medico, sanitario e sociosanitario. Tema toccato anche dal M5s. Alleanza verdi e sinistra, dal canto suo, si pone il problema di stanziare risorse ulteriori sui rinnovi contrattuali per evitare la fuga dei camici bianchi e degli infermieri. Ancora il Pd si preoccupa di prorogare il contributo agli enti del Ssn per far fronte all’incremento dei costi energetici, con 200 milioni stanziati sul 2024.

Italia viva intanto punta ad accrescere il numero di contratti per le specializzazioni in medicina, con una spesa di 100 milioni a decorrere dall’anno prossimo. Un emendamento M5s invece prevede che le strutture sanitarie private accreditate non possano promuovere o gestire, in maniera congiunta, le prestazioni in regime privatistico o di privato sociale e le prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Azione, con Mariastella Gelmini e Marco Lombardo, allarga dal primo gennaio alla dirigenza delle professioni sanitarie l’indennità di esclusività di rapporto nella misura attualmente prevista per i medici. Sempre Azione prevede una deroga al divieto di cumulo di impieghi per la professione di infermiere, anche se l’attività libero professionale non può comunque eccedere il limite del 25% del monte orario complessivo annuo. E ancora un emendamento a prima firma Gelmini incrementa l’indennità di specificità infermieristica con 100 milioni in più l’anno. Pure il M5s stanzia fondi in più per la tutela della salute mentale e l’assistenza psicologica. Avs punta alla stabilizzazione del personale sanitario precario e Italia viva si concentra sul sostegno alle Regioni per l’acquisto di farmaci innovativi.

Diverse in realtà le modifiche sui farmaci o ancora sull’abbattimento delle liste d’attesa (una a prima firma dello stesso Carlo Calenda); tema peraltro sbandierato quale prioritario dallo stesso Governo. Il M5s punta all’istituzione di una piattaforma per il monitoraggio del funzionamento dei Cup. Mentre la dem Ylenia Zambito stanzia 5 milioni l’anno sullo screening per il riconoscimento precoce della fibrosi cistica. E i suoi colleghi di partito mettono a terra misure contro l’esternalizzazione dei servizi sanitari. Il M5s presenta due emendamenti per un Piano nazionale contro l’obesità, finanziato con 2 milioni l’anno per il prossimo triennio, e per un Piano nazionale delle demenze con 5 milioni a disposizione nel 2024. Infine, sul fronte della politica sanitaria, il Pd punta a procedure più efficienti per le Regioni in tema di rientro del disavanzo sanitario.

FONTE: NURSIND SANITA’
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