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GLI ESPERTI RISPONDONO

Fuga dei cervelli, Schillaci: “Sì agli incentivi fiscali anche per il personale sanitario”

Il ministro durante il question time alla Camera rassicura anche sul dl Anziani: c’è “l’impegno a trovare nella prossima Conferenza delle Regioni una soluzione condivisa”. Il nodo da sciogliere riguarda risorse e platea dei beneificiari

Il nodo più intricato da sciogliere per la sanità rimane quello della carenza di organico, aggravato da una vera e propria fuga di professionisti verso i sistemi sanitari di altri Paesi. Un problema che la deputata di Forza Italia Annarita Patriarca quantifica in “circa 6mila tra medici e operatori sanitari che hanno lasciato l’Italia per andare a lavorare all’estero”. Proprio su questo la parlamentare ha interrogato a Montecitorio oggi il ministro Orazio Schillaci, chiedendo se non fosse il caso di estendere al personale medico gli incentivi fiscali previsti per il rimpatrio di docenti e ricercatori, proprio per contrastare la carenza di personale. “Non posso che concordare sull’opportunità che l’applicazione della disciplina degli incentivi prevista per i docenti e i ricercatori si estenda anche al personale medico”, è stata la risposta del ministro.

“Questa circostanza, infatti, potrebbe costituire un possibile incentivo per il rientro dei professionisti nel nostro sistema sanitario in un momento particolarmente critico, dopo una valutazione da parte del Mef”. Il ministro ha anche citato le statistiche dell’Organisation for Economic Co-operation and Development sul tema della Health Workforce Migration che “nel periodo dal 2001 al 2021 (ultimo dato disponibile), parlano di un flusso in uscita complessivo di circa 31.600 professionisti tra medici e infermieri” e ha ricordato che “negli ultimi 20 anni sono stati resi disponibili presso gli atenei italiani circa 194mila posti per l’accesso al corso di laurea in medicina e chirurgia e circa 302mila posti per il corso di laurea in infermieristica”.

Secondo Schillaci, tuttavia, “il reiterarsi negli anni passati delle manovre finanziarie di contenimento della spesa, e in particolare dei vincoli assunzionali, ha determinato nel tempo una grave carenza di personale del Servizio sanitario nazionale che, unita a un crescente innalzamento della relativa età media, ha portato inevitabilmente a un forte deterioramento delle condizioni di lavoro. Ciò ha finito per rendere il Ssn meno attrattivo, con la conseguenza che spesso i concorsi vanno deserti o comunque non consentono la copertura dei posti stessi per carenza di aspiranti”.

In Aula alla Camera Schillaci, sollecitato dal deputato di Iv Davide Faraone, ha poi parlato del decreto Anziani e dello schema di decreto legislativo che, approvato in Consiglio dei ministri, ha subito una battuta d’arresto in Conferenza unificata. Dopo aver ricordato lo stanziamento di 1 miliardo di euro pe i primi due anni, il ministro ha assicurato: c’è “l’impegno del mio dicastero e degli altri ministeri proponenti a trovare nella prossima Conferenza delle Regioni una soluzione condivisa” e ha spiegato che già sono in corso di valutazione “gli emendamenti proposti da Regioni ed Anci“.
La mancata intesa, come ha spiegato il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa, è legata al fatto che la Conferenza in merito al decreto legislativo “ha segnalato la necessità di dotare il provvedimento di ulteriori risorse finanziarie aggiuntive e strutturali” e ha sollevato il problema del rischio esclusione “dall’assistenza delle persone anziane non autosufficienti con età compresa tra i 65 e 69 anni non ancora a carico dei servizi del Fondo nazionale per le non autosufficienze” con l’attuale definizione della platea dei beneficiari limitata alle persone che abbiano compiuto 70 anni. Allo stato attuale, quindi, dopo la richiesta di rinvio della trattazione del provvedimento da parte dell’Anci, “sii è provveduto a convocare ulteriori incontri tecnici finalizzati ad affrontare tutti questi aspetti e ad esaminare le proposte”.

FONTE: NURSIND SANITA’
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