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GLI ESPERTI RISPONDONO

Covid in classe? Meno giorni di quarantena, il Governo Draghi vuole lezioni in presenza

Nei casi di contagio nelle scuole, occorre ridurre il periodo di quarantena per gli alunni ed in parte anche per i docenti: se ne parla sempre più insistentemente, alla luce soprattutto della riduzione generale dei casi di infezione da Covid e di conseguenza dei ricoveri. Anche i rappresentanti del Governo Draghi non disdegnano l’idea.

Costa: proseguire in presenza

“È un tema sentito sul quale la politica sicuramente è chiamata a fare una riflessione ed assumersi una responsabilità”, ha ammesso il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Intervenuto durante una visita in Calabria, Costa ha detto che “è chiaro che siamo nell’alveo delle scelte che la politica deve fare sulla base anche delle indicazioni scientifiche del Comitato tecnico. Però una riflessione la dobbiamo fare perché l’obiettivo che abbiamo raggiunto è stato iniziare l’anno scolastico in presenza ma adesso l’obiettivo più grande è proseguire in presenza”.

Dalle parole del sottosegretario appare evidente che il Governo non sembra gradire l’attuale imposizione dei giorni di quarantena (7 per i vaccinati, 10 per i non vaccinati, più tampone negativo da presentare al rientro).

“Una valutazione sulla riduzione delle quarantene deve essere assolutamente presa in considerazione”, ha tagliato corto Costa.

Bonetti: rivedere alla luce dei nuovi dati

Anche Elena Bonetti, la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, ha confermato la sua posizione possibilista versa questa soluzione.

SkyTg 24, la responsabile del dicastero delle Pari opportunità ha detto che “bisogna rivalutare i tempi della quarantena alla luce dei nuovi dati che abbiamo sulle persone vaccinate”.

“Riguardo alle scuole serve un’organizzazione più agile a supporto delle famiglie per diminuire il tempo della quarantena, restringerla per i vaccinati e i bambini piccoli o introdurre strumenti di monitoraggio come i tamponi”.

Anche Bonetti ha detto che comunque il Governo attende “la valutazione del Cts ma ritengo che sia questa la direzione”.

Giani: si potrebbero ridurre i giorni

Anche i governatori sembrano avere questa intenzione.

Sui giorni di quarantena previsti in caso di contatto con casi Covid, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha detto che i dati delle scuole sono “un po’ da vedere con attenzione. Effettivamente per i vaccinati secondo me potremmo ridurre ancora i giorni”.

Sasso: riflessione, ma decide il Cts

Allineato è anche sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, sottolineando la necessità di potenziare il tracciamento: “Sulla durata della quarantena è in corso una riflessione, ma il ministero dell’Istruzione non può che attendere le indicazioni del ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico”.

“Personalmente spero sempre in misure che garantiscano la continuità didattica a più studenti possibile, ovviamente senza aumentare i rischi per nessuno”, ha sottolineato Sasso.

Il sottosegretario pugliese è tornato a chiedere anche “che l’Istituto superiore di sanità validasse i tamponi salivari come strumento di monitoraggio per le scuole, in quanto attendibile nei risultati e poco invasivo nell’utilizzo”.

“I 110.000 al mese previsti dal progetto delle scuole sentinella sono a mio avviso insufficienti; dovremmo avvicinarci il più possibile ai 500.000 ragazzi a settimana. In questo modo – ha concluso Sasso – riusciremmo ad arginare il fenomeno degli asintomatici”.

L’attuale normativa

Al momento, ricordiamo, la quarantena per una classe scatta in presenza di un contatto stretto, quindi un positivo al Covid-19, con una differenza tra chi è vaccinato (7 giorni di quarantena) e chi non lo è (10 giorni di quarantena).

Gli alunni tornano in classe solo dopo aver svolto un test diagnostico (molecolare o antigenico) negativo. In altre parole, alcuni alunni, i vaccinati, potranno tornare in classe qualche giorno prima degli altri.

In assenza di test diagnostico, invece, la quarantena diventerebbe di 14 giorni per tutti, vaccinati e non. La circolare del ministero della Salute infatti spiega: qualora non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il settimo e il quattordicesimo giorno, si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico molecolare o antigenico.

Di Alessandro Giuliani
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