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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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25 marzo 2024

GLI ESPERTI RISPONDONO

Nursind Ascoli Piceno: chiediamo 100mila euro di danni per l’aggressione subita dall’infermiera

Per il NurSind di Ascoli Piceno la data del 09 Luglio 2017 segna una grave vicenda che non può essere dimenticata. Una collega infermiera è stata aggredita brutalmente mentre era in servizio al triage del Pronto Soccorso dell’ospedale Mazzoni, vedi articolo : www.infermieristicamente.it/infermiera aggredita la responsabilità è dell’azienda.

Per questo motivo, vista l’indifferenza dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera preposta alla salute, sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro, il 02 novembre ha convocato una conferenza stampa presso l’Ospedale di S.Benedetto del Tronto. Al tavolo a comunicare che il NurSind avvierà una battaglia legale nei confronti dell’area vasta 5 Marche, al fine di evitare il ripetersi simili gravi situazioni: il Segretario territoriale di Ascoli Piceno Maurizio Pelosi, supportato dal Direttivo Nazionale Nursind nella persona dell’infermiera Romina Iannuzzi e dall’avvocato Domenico De Angelis.

Da sinistra: Avv. Domenico De Angelis, Maurizio Pelosi, Romina Iannuzzi

Pelosi spiega:…”Negli ospedali di Ascoli Piceno e S. Benedetto, il servizio di vigilanza è molto carente. Con questa responsabilità per tutto il nosocomio è presente solo una persona dalle ore 20,00 alle ore 6,00 della mattina…infatti la collega è stata malmenata violentemente in orario diurno, alle ore 19 circa, mentre il vigilantes prendeva servizio alle ore 20 …l’increscioso evento si sarebbe potuto evitare solo con la sorveglianza attiva h.24 al triage, di un addetto alla sicurezza … A Teramo il Pronto Soccorso ha un vigilantes presente giorno e notte dedicato esclusivamente al PS. Quale differenza esiste tra gli ospedali di Ascoli e S.Benedetto e quello di Teramo? Nessuna eppure lì sono più organizzati”

L’Avvocato De Angelis rileva che…” nelle ore diurne il personale sanitario ha il teledrin…se succede qualcosa, il medico o l’infermiere premono un pulsante che allerta la centrale operativa del sevizio di vigilanza privato che si trova a chilometri di distanza. Da lì viene allertato il 112. È evidente che si fa prima a chiamare il 112 direttamente dall’ospedale, che senso ha questa procedura? Come sono stati affidati questi appalti nei due ospedali piceni?… Chiederemo il risarcimento degli ingenti danni subiti dall’infermiera, una donna, professionista di elevata competenza ed esperienza, non certo l’ultima arrivata. Eppure è stata vittima di un episodio che le ha procurato pesanti conseguenze…la responsabilità, a nostro avviso, sono tutte dell’ospedale. La cifra? Stiamo valutando, ma parliamo di 50 se non addirittura 100mila euro che, tra l’altro rappresentano anche un potenziale danno erariale, perché tutta questa storia se la sarebbero potuta evitare con una migliore organizzazione…”

Romina Iannuzzi della Direzione Nazionale ha sottolineato che il problema delle aggressioni è un fenomeno nazionale ed è urgente che gli ospedali si dotino di strumenti e gestione mirate a contrastare la dilagante intolleranza dei cittadini che si sfoga verso i professionisti sanitari. Infermieri e operatori sanitari doppiamente vittime, perché lasciati soli dal SSN a fronteggiare ogni problema.

Il Segretario Pelosi, si è rammaricato altresì del disinteresse dimostrato dagli organismi preposti in sedi differenti alla tutela dei dipendenti. Nulla si è palesato dalle altre rappresentanze sindacali aziendali, muto sull’episodio specifico ed argomento generale delle aggressioni verso gli infermieri anche il Collegio IPASVI di Ascoli Piceno. Una nota ancor più dolente, visto che molti colleghi del consiglio direttivo uscente lavorano nello stesso ospedale dell’area vasta 5 Marche.

La collega infermiera di 57 anni ha subito un danno non indifferente da quell’aggressione, salvata e soccorsa dai propri colleghi, con lesioni la cui prognosi fu di 10 giorni. Purtroppo gli effetti fisici e psicologici hanno protratto l’infermità per ulteriori 4 mesi; la collega non è stata più in grado di sostenere il lavoro nella stessa sede del Pronto Soccorso. Il danno da stress post-traumatico ha deteriorato la sua vita quotidiana e di relazione.

Inoltre si aggiunge la beffa…Pelosi afferma che da quando è avvenuto questo fatto increscioso, di frequente l’utenza in attesa al triage dei pronti soccorsi, spavaldamente minaccia gli infermieri di “passare alle mani”, com’è già accaduto quel giorno…… “Gli infermieri sono esasperati, l’azienda li ha abbandonati, noi del NurSind mai! Continueremo questa battaglia fino a raggiungere l’obiettivo, il diritto a lavorare in sicurezza”.

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